Con i disegni di Laura e Ilaria (Italia)
Mosaico e i giochi sulla neve

Una mattina Mosaico si svegliò e vide sopra la sua testa una grande ombra.
“Che cosa è?” Chiese alla sua mamma.
“È il ghiaccio, è iniziato l’inverno”, rispose.
“L’inverno?...l’ inverno,… vado a vedere” decise Mosaico e si avviò verso la superficie del lago.
«Toc, toc, toc» - si udiva un rimbombo forte che proveniva dall’alto, «toc, toc, toc».
Il pesciolino sempre più incuriosito nuotava sotto una lastra fredda che chiudeva il passaggio con il cielo.
“Che tristezza”, mormorò il pesciolino, “e che freddo, brrr.”
«Toc, toc, toc», echeggiava la lastra.
Mosaico nuotava a lungo sotto il ghiaccio, alla fine vide un raggio di luce che penetrava l’acqua. Si precipitò verso la luce e giunse ad un buco dal quale si poteva vedere il cielo.
«Toc, toc, toc, toc», rimbombava sempre più forte. Il pesciolino sporse la testa dal buco e vide la terra coperta con una coperta bianca.
“Che bello!” Esclamò. “Lo zucchero! Oh, quanto dolce deve essere il mondo!”
Assaggiò un po’ di neve bianca e soffice:
“Brrr, questo zucchero è freddo…, bagnato, e non è per niente dolce…. Il mondo non potrà essere mai dolce come vorrei io, ma lo stesso è bellissimo”, aggiunse in fretta.
«Toc, toc, toc». Ma chi è? Il pesciolino si guardò attorno e vide la gazza che batteva con il becco la lastra che copriva il lago.
“Ciao Brillina!” Chiamò. “Che cosa fai?”
“Mosaico, ciao”, rispose Brillina e volo verso il pesciolino. “Guarrrrrda quanti tesorrrrrri, guarrrrrrda, come tutto brrrrrrrilla!”
“È vero, tutto è cosi bello, ma tu cosa fai?”
“Rrrrrraccolgo questi tesorrrrri, ne ho già il cesto pieno.”
“Davvero? Fammi vedere.”
Il pesciolino saltò dall’acqua e scivolò sul ghiaccio
“Che bello Si scivola!” Esclamò ridendo. “Che bel gioco!”
Il pesciolino scivolando si avvicinò al cesto colmo di tanti brillantini.
“Che cosa ne vuoi fare?” Chiese alla gazza.
“Sto addobbando la mia casa e non solo…” disse Brillina con la voce misteriosa. “Vedrrrrai che sorrrpresa!”
“Brava, hai tante belle idee! Ma io preferisco scivolare. Vuoi scivolare con me?”
“Volentierrrrrri, ma non ne sono capace! E poi non ho tempo sto prrrrrreparando una sorrrrprrresa.”
“Ma è facile! Guarda!”
Mosaico prese la rincorsa e cominciò a scivolare su un fianco, poi sull’altro, rideva e urlava felice:
“Che bello! Che bello!”
Scivolando così si avvicinò sulla riva.
“Brillina, Brillina!” Chiamò. “Guarda quanti disegni!”
“Non sono disegni”, rispose la gazza, “sono le trrrrrracce degli animali. Vedi queste sono le mie” e Brillina camminò sopra la neve lasciando tanti segni.
“Queste sono del passerrrrrrrrrrotto , queste della leprrrrrrre, queste della volpe… le conosco”, diceva camminando su è giù ed osservando le tracce.
“Anch’io voglio lasciare le mie tracce!” Esclamò Mosaico
“Allorrrra al lavorrrrro!” rispose ridendo Brillina.
Mosaico non indugiò, fece un bel salto: «puffffffff» e si trovò sulla neve morbida e fredda.
Nonostante il freddo egli si divertiva e rideva.
“Ho lasciato le mie tracce!”
“Che bei timbrrrrri che hai lasciato!” affermò la gazza, “hai trrrrracciato tutto il tuo corrrrpo!”
“È vero, è vero, è un mio segno, ognuno che lo vedrà dirà: «questa è la traccia del pesciolino Mosaico»”.
“È queste sono le mie trrrrrracce”, disse Brillina camminando sulla neve ed ammirando i segni che lasciò.
“Adesso vorrrrrrrei farrrrrti vederrrrre che sorrrpresa che sto prrrrrreparando” disse la Brillina con la voce misteriosa. Poi prese il cesto pieno di brillantini di ghiaccio e chiamò tre amici Fio-Fio, Fio-Sio e Fio-Tio.
Tutti e quattro collocarono il pesciolino e il cesto sul tappeto volante e lo portarono in alto. In basso si stendeva un paesaggio bellissimo, tutto coperto con la neve. Mosaico ammirava il paesaggio e mormorava:
“Sembra lo zucchero, peccato che non è dolce. Ma è bellissimo da vedere, è… un dolce per gli occhi!” Si rallegrò pensando così.
Dopo qualche istante Mosaico vide un grande chiarore di migliaia di colori che si rispecchiavano nel ghiaccio e udì dei canti bellissimi. Da lontano si vedeva un pino alto, alto, colorato come un arcobaleno brillante, addobbato dai brillanti, giochi e gioielli.
“È bellissimo!”, esclamò!
“Questa è la mia sorrrrrprrrrrrresa per tutti gli animali”, disse la gazza. “Sono i miei gioielli con cui ho addobbato il pino!”
La gazza prese il cesto con brillanti di ghiaccio e li tirò sull’albero. Tanti piccoli tesori raccolti da Brillina si versarono sul pino, che diventò ancora più bello e più luccicante.
“Che bell’idea!” esclamò Mosaico.
“Così tutti gli abitanti del bosco possono gioirrrre del mio lavorrrro e dei miei tesorrrri. È trrriste tenerrrrseli tutti per sé, chiusi nel baule, invece… vedi che gioia, che gioia!” esultava Brillina e saltellava allegramente.
“Brillina, deve essere bello dare qualcosa agli altri! Anch’io vorrei dare qualcosa, - disse il pesciolino”.
“Ho attaccato le scaglie che mi hai rrrrrregalato, ti rrrrrrrricorrrdi?” Brillina fece vedere i piccoli frammenti luccicanti attaccati ai rami più alti.
“Sì, sono belli, ma questi ti ho regalati e non sono più miei, sono tuoi. Poi sono così piccoli che non si vedono quasi per niente” rispose Mosaico e poi aggiunse in fretta:
“Per favore, portatemi al lago”.
Gli uccelli portarono al lago Mosaico collocato sul tappeto volante, come un re, e lo calarono nell’acqua.
Brillina era molto impaziente e curiosa. Aspettava la sorpresa di Mosaico. Dopo qualche istante alla superficie del lago apparve uno strano oggetto e poi tanti altri, poi si vide la testolina di Mosaico e di tanti altri pesci che portavano in bocca tante cose strane.

“Che cosa sono?” Chiese Brillina.
“A dir vero non so come si chiamano, ma quasi sempre, quando gli uomini, grandi e piccoli, vengono nel bosco, giocano, urlano, mangiano, bevono e poi buttano nell’acqua tutte queste cose. Guarda questa, come brilla!” e il pesciolino tirò fuori dall’acqua un pezzo di carta color argento.
“Guarda come brilla questo qui!” Mosaico indicò un oggetto portato da un altro pesciolino. Era una linguetta della lattina di una bibita.
“Guarda queste qui!” Il pesciolino indicò altri oggetti portati fuori dall’acqua dagli altri abitanti del lago.
“Noi non sapevamo cosa farcene. Ci sono tanti altri sotto, ma ci danno fastidio, coprono le piante, il plancton che è il nostro cibo. Vicino alla riva non riusciamo più a nuotare bene. Volevamo riportarli alla riva del lago, ma ci sono tanti fiori belli, non volevamo coprirli con questi oggetti. Ma ora, con un po’ di lavoro si possono fare delle cose bellissime per l’albero!” Disse Mosaico tutto orgoglioso della sua idea.
“Sì, è una buona idea”, rispose Brillina, “ma peccato che nessuno di noi sia in grado di preparare gli addobbi con queste cose. Ci vorrebbero i bambini.”
“Non ti preoccupare”, rispose Mosaico, portate, per favore, questi oggetti sull’albero e addobbatelo”.
“Beh… non ti offendere, ma non credo che queste cose stiano bene sul mio bell’albero”.
“Per favore, fate come vi dico”, insistette Mosaico.
Brillina un po’ dubitosa ha fatto come le ha chiesto il suo amico pesciolino. Un grande pezzo di carta color d’argento, le lattine, i tappi e un vecchio pettine, non si presentavano granché sull’albero addobbato dall’uccello. A Brillina dispiaceva molto, ma lasciò tutti questi rifiuti per accontentare Mosaico, poi tornò al suo nido e non si fece vedere per il resto della giornata.
Il giorno dopo il bosco si riempii di voci allegre dei bambini che vennero con la loro maestra a portare il cibo agli uccelli affamati. Da quando è caduta la neve molti animali che faticavano a trovare il cibo. I bambini videro l’albero sul quale, accanto ai brillanti di Brillina, penzolavano le lattine, i pezzi di carta, qualche tappo e un pettine. I piccoli subito tolsero dai rami più bassi tutti gli oggetti che abbruttivano l’albero. Ma non riuscivano a giungere ai rami più alti. Brillina intuì al volo che doveva aiutargli. Insieme con gli altri uccelli buttarono per terra tutti pezzi dell’immondizia.
I bambini raccolsero tutte le cose e tornarono a casa. Il giorno dopo ritornarono con una borsa piena di addobbi, gli addobbi fatti con le loro mani, e li stesero per terra. Poi cominciarono a distribuirli sui rami. Brillina riconobbe il pezzo di carta argentata che si trasformò in una stella, riconobbe i tappi che diventarono una lunga catena colorata, riconobbe le lattine che diventarono dei cestini e dei campanelli colorati, riconobbe il pettine che si trasformò in un cerchio di sole. Brillina era stupita per le cose belle che sono nate dai rifiuti e ha capito che anche i rifiuti possono essere utili.
I bambini continuavano ad addobbare l’albero, ma facevano fatica ad arrivare ai rami più alti.
Brillina chiamò i suoi amici uccelli “Crrra-crrra” e insieme con loro si avvicinò agli addobbi disposti per terra. I bambini con stupore guardavano gli uccelli a prendere in bocca un oggetto e alzarsi in volo per deporli sull’albero.
La Brillina, si avvicinò a un bambino che faticava ad arrivare in alto, prese dalle sue mani una stella fatta di carta argentata e lo portò sul cima dell’albero.
Il pesciolino Mosaico li guardava dal lago.
Brillina era felice che il suo albero diventò ancora più bello.
“Grazie Mosaico”, disse. “Ci hai fatto il regalo più grande di tutti”.
Gli uccellini presero il tappeto volante, caricarono su Mosaico e lo portarono in alto, sopra la cima del pino.

“Grazie a tutti noi, eppure tutti noi abbiamo lavorato per fare bello questo albero: bambini e animali”, rispose modestamente il pesciolino.
Fu la grande festa, i bambini e gli animali ammiravano il loro grande albero e gioivano insieme. Era una festa insolita: gli animali applaudivano e si rincorrevano felici, gli uccelli giravano allegri attorno all’albero, mentre i bambini cantavano e ballavano ai suoi piedi.