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La storia di una foglia

 Disegni di Anna, Kjael, Kevin (Italia) e di Patrycja (Polonia)

La storia di una foglia
Nella Collina degli Alberi passeggiava la Primavera, bella e fresca con i capelli sciolti e sorrideva ad ogni albero e agli animali. Gli animali si rallegravano e sussurravano fra di loro:
“E’ arrivata la Primavera, è arrivata la Primavera!” seguendola con gioia, perché dove passava nasceva l’erba verde e gli alberi si vestivano di piccoli fiori e le piccole foglie, felici di dare inizio alla nuova vita.

Tutti erano contenti, gli alberi orgogliosi accudivano le loro foglie appena nate e gli animali finalmente potevano sfamarsi con l’erba fresca.
Le giovani foglie, in braccio agli alberi, con curiosità guardavano la terra, gli animali e il sole. Tutto era nuovo, tutto era pieno di gioia, di pace, tutto si colorava di primavera. Gli uccelli volavano da un ramo all’altro per ammirare le piccole foglie che sbocciavano alla nuova vita.
 “Vieni a vedere questa foglia, quanto è bella!
“Vieni tu a vedere questa qui, anche questa è bella!
“Anche questa!”
“Anche questa!”
“Tutte sono belle e sono tante tantissime, belle, bellissime, verdi, verdissime!”
“tante, tantissime, belle, bellissime, verdi verdissime”
«Belle, belle, tante, verdi, verdi , verdi, verdissime- ssime – ssime, - ssime!»,  risuonavano continuamente i cori delle voci degli uccelli salutando le foglie appena nate, meravigliate di questa accoglienza e danzavano leggere accarezzate dal vento, cantando con il fruscio il loro racconto gioioso. Gli alberi orgogliosi raddrizzavano i rami per dimostrare da lontano le foglie, che brillavano di verde ad ogni raggio del sole, a tutto il mondo.
Passavano i giorni pieni di gioia e di sole, crescevano i fiori e le foglie nuove, la vita era piena di gioia.
Ogni giorno le foglie diventavano più grandi e gli uccelli trovavano fra di loro il riparo dalle piogge e dal sole che scaldava con maggior intensità tutta la terra.
Le foglie vivevano insieme come in una grande famiglia. La mattina ascoltavano i canti degli uccelli, di giorno osservavano i giochi degli animali e offrivano loro la protezione. Di notte, mentre molti animali e le piante dormivano, le foglie filtravano e rinfrescavano l’aria. Lavoravano intensamente e con gioia, circondate dalla bellezza della natura. Così arrivò l’Estate, bella, colorata, con tante piante nuove, con le giornate lunghe e molto calde.
Durante l’estate il lavoro diventò molto più pesante, il sole era sempre più forte e intenso, l’aria sempre più calda, bisognava offrire molto riparo a tutti gli abitanti degli alberi e filtrare sempre più l’aria per far respirare gli animali del bosco, ma le foglie, che erano sempre più grandi e sempre più robuste, sapevano resistere al sole e alle piogge.


Tutte insieme si sentivano più forti e riuscivano a proteggere i nidi degli uccelli dal sole intenso, dalle piogge violenti e dal vento travolgente. Erano felici di poter essere utili e di vivere in pace con gli animali.
Il calore del sole abbruniva le foglie che cominciavano a mutare in colori dorati, rossicci, marroni. Gli alberi sembravano vestiti di abiti nuovi. Le foglie meravigliate osservavano di essere sempre più belle, con tanti colori diversi.
Arrivava l’autunno, il calore del sole diventò meno intenso, le foglie finalmente potevano riposare da tanto caldo e il buon vento e le buone piogge portavano il sollievo alle foglie stanche dopo una dura estate.
Ma con il passare dei giorni il vento soffiava sempre più forte scuotendo le foglie in tutte le direzioni.  Tante volte diventava così violento che ad alcune di loro sembrava di volar via. Molte di loro erano così indebolite che non riuscivano più a resistere alle bufere che arrivavano sempre più frequenti e sempre più forti. Altre foglie, più robuste osservavano con la preoccupazione le loro sorelle che si lasciavano strappare dal vento e si allontanavano a ritmo dei soffi veloci.
Arrivò l’Autunno. Il sole ormai usciva per poche ore ed anche esso diventava sempre più debole. Il vento invece sembrava di impazzire, correva velocemente fra gli alberi, sbatteva le foglie cercando di portarle con sé. Molte di loro non resistevano, si lasciavano trasportare dai soffi del vento e volavano lontano. Alcuni uccelli li inseguivano in volo e poi ritornavano rattristiti ai nidi. Le foglie rimanenti non riuscivano a capire dove andavano finire le loro sorelle e si preoccupavano per loro. Anche gli alberi si rattristavano spogliati da tutti colori caldi e cominciavano a soffrire sempre più freddo.
Il vento invece sembrava di non accontentarsi mai delle foglie strappate agli alberi.  Diventava sempre più forte e insisteva a soffiare staccando le foglie nuove, poi le portava via virando in tutte le direzioni. Gli alberi che finora erano verdi e colorati diventavano sempre più scuri e tristi. Poche foglie marroni rimaste sui rami cercavano di difendersi dal vento, ma esso non smetteva di correre e strappare le foglie indebolite che si arrendevano cadendo nelle sue braccia e facendosi trasportare lontano dalla collina.
Così avveniva tutti i giorni e tutte le notti. La collina diventava triste, salutava le sue foglie che con ogni soffio del vento si allontanavano da essa, dagli alberi e dagli animali.
Ormai gli alberi erano totalmente spogliati i loro rami nudi mostravano tutta la tristezza. Soltanto  una foglia è rimasta sul ramo di un albero. Era intimorita, terrorizzata, tremava di paura e di freddo.  

Le sue forze l’abbandonavano e aveva paura che prima o poi il vento l'avrebbe strappato dall’albero-madre che per tutti questi mesi le ha dato vita protezione. Essa non voleva staccarsi dalla sua casa, non voleva abbandonare il suo ramo. Sperava che il vento non la vedesse e si appiccicava con tutte le forze alla corteccia cercando di immedesimarsi a lei. Ma il vento sembrava di non interessarsi a lei, tutti i giorni correva fra gli alberi ormai nudi, infastidendo gli uccelli in volo. La foglia era ormai così indebolita che non riusciva più a resistere anche ai piccoli soffi del vento. Ogni volta quando esso si avvicinava, essa tremava di paura credendo che ormai era arrivato il momento di staccarsi dal suo albero e di farsi trasportare dal destino sconosciuto.
Un giorno il vento non si è fatto vedere e il sole di nuovo ha cominciato a splendere. La foglia, che è rimasta tutta sola, ritrovò il coraggio e si raddrizzò cercando di riposarsi dagli eventi spossanti dei giorni precedenti. Cercava di godersi i deboli raggi del sole, ma la sua tristezza non le permise di stare tranquilla. Guardava l’albero che le diede la vita ma anche l’albero era triste. Il sole che tramontava di rosso vedeva la foglia triste e sola, cercava di consolarla:
“Non avere paura, nessuno rimane mai solo, io non abbandono mai nessuno.”
“Allora tu sai dove sono le mie sorelle” – sussurrò la foglia con la speranza.
“Sì, lo so”.
“Dimmi, dove sono”.
“In tutte le parti del mondo”.
 “E come faccio a trovarle?” – nel cuoricino della foglia ritornò la speranza.
“Con il coraggio” - rispose il sole e chinò la testa addormentandosi dietro la collina.
 
“Con il coraggio, con il coraggio…. Non capisco” - mormorava la foglia.
“Sì con il coraggio” - udì una voce dall’alto.
“Chi è?”  - Chiese la foglia impaurita?
“Sono l’albero che ti diede la vita”.
“Oh, salve Albero, non ho mai sentito la tua voce, invece tu parli?”
“Sì, non hai mai sentito la mia voce, perché io parlo solo con gli alberi, solo gli alberi possono sentirmi”.
“Ma io non sono un albero, sono una foglia”
“Ma sei ferma come un albero… gli alberi non possono muoversi, non possono spostarsi, anche tu sei ormai diventata un albero”.
“Ma io POSSO spostarmi, bastava farmi trasportare dal vento”- ribatte la foglia.

“Sì, ma non l’hai fatto, preferisci rimanere qui, perché ti è mancato il coraggio di staccarsi da me.”
“Sì perché avevo paura di…”
“Di conoscere il mondo…. “ le interruppe l’albero.
“… no di quello che poteva succedermi”.
“Appunto, e la paura ti ha fatto diventare un albero… fermo, che non può camminare, non può conoscere il mondo, non può sapere come si vive dall’altra parte del mondo….”
“… No! Io posso conoscere il mondo!”
“Non più, ormai sei diventata un albero… . La paura ti ha fatto diventare un albero”.
La foglia si rattristì. Si, è vero, aveva paura di staccarsi dall’albero che le diede la vita ma voleva anche rivedere le sue sorelle. Con loro non era mai così triste.
“Figlia mia…” – la foglia udì una voce calda e con meraviglia alzò gli occhi. Le parlava l’albero. La prima volta l’albero si rivolgeva a lei in questo modo.
“Figlia mia” - Ripetette l’albero… Sono triste che tutte le mie figlie sono state portate via dal vento, ma sono contento quando penso che loro possono vedere cose che io non ho mai visto, che possono conoscere ciò che io non ho mai potuto conoscere, che posso solo immaginare. Non avere paura. Io rimango... devo rimanere qui, ma sei tu che puoi fare ciò che io non ho potuto fare e se cominci a fidarti del vento, esso ti accompagnerà da me tutte le volte che vorrai.
“Davvero?” La foglia aveva gli occhi lucidi ma pieni di curiosità. “Eppure il vento è cattivo, come posso farlo diventare il mio amico?”
“No, non è cattivo, pensi così perché hai paura di lui, ma il vento fa il suo dovere, con ogni soffio semina i nuovi alberi e i fiori, asciuga la terra troppo bagnata, raffredda l’aria bollente. Non bisogna avere la paura del vento”.
La foglia ascoltava attenta. Il suo cuore si riempiva di dispiacere di dover lasciare il suo caro Albero, ma pensava alla vita nuova ed alle sue sorelle.
“Non avere paura” continuava l’albero. “Io ti aspetterò…. Fra poco arriverà l’inverno, la neve, non riuscirai a resistere. Morirai attaccata sul ramo. Goditi la vita figlia mia, anche se non dovremo di rivederci mai più!”
La foglia rimase attaccata al ramo per tutta la notte, pensava su cosa doveva fare. Si sentiva abbastanza forte per poter resistere ai soffi del vento ma troppo debole per diventare un albero. Gli alberi non possono muoversi, lei poteva farlo… ma aveva paura di soffrire per il distacco dall’albero, aveva paura del mondo sconosciuto. Ma aveva anche paura della neve e di morire dal freddo.
La mattina era umida e molti uccelli non uscivano dai loro nidi e non cantavano. Il sole si alzò tardi e guardò la foglia tremante dal freddo:
“Ancora qui? “- chiese. “Che forza!”
“Tu dici?”
“Si, ci vuole forza di stare fermi così! Oppure hai paura di staccarti?”
La foglia non rispondeva. Sulle sue guance scendevano le lacrime. È arrivato il momento di decidere: morire sull’albero o andare in cerca della fortuna.
Alzò gli occhi e sussurro:
“Vado, ciao. Ti ringrazio di tutto, grazie per avermi dato la vita, per avermi protetta e per il avermi incoraggiata.”
“Vai, figlia mia, non morirmi in braccio, non lo sopporterei. Cerca di fare l'amicizia con il vento, così come con ogni cosa di cui hai paura. Vedrai, il vento ti porterà al sicuro e magari un giorno ti riporterà da me…”
“Va bene”, rispose la foglia, guardò per l’ultima volta gli occhi dell’albero e si lasciò andare.

Pian piano, virando in aria si abbassava ai piedi dell’albero. Ancora gli ultimi sguardi ai rami, e poi si posò tranquilla sulla terra. Dal basso vide la grandezza e la bellezza dell’albero. Si sentì molto piccola e indifesa. Cominciò a pentirsi di aver lasciato il ramo, ma ormai era troppo tardi.
Stava così tutto il giorno e tutta la notte. Sentiva l’umidità della terra, desiderava di ritornare sul ramo.
“Vento, vento, ti prego vieni, portami sul mio ramo!” chiamò con tutta la forza.
Il vento arrivò di corsa, la guardò e poi stupito rispose:
“Non ti ho mai visto…. Non riesco a portarti sul ramo, ma ti posso portare dalle tue sorelle”.
“Va bene”, rispose la foglia, “ma ti prego vai piano”.
Il vento sorrise e cominciò a soffiare piano. La foglia si alzò leggermente e cominciò a ballare nell’aria. Le piaceva, si sentiva come un uccello in volo mentre sotto di lei si stendevano l’erba, fiori, tane degli animali. Il mondo era bello, e lei era felice perche poteva conoscere tante cose nuove.
“Più forte, più forte!”, gridò la foglia e il vento divertito cominciò a soffiare con più forza.
“Così! Così! che bello! Il mondo è bellissimo! Ma dove mi porti?”
“A vedere il mondo. Non avere paura! Fidati! ”
“Va bene. Mi stai portando dalle mie sorelle?”
Il vento si fermò pensieroso per un attimo, la foglia lentamente cominciò a virare nell’aria e la debole luce del sole accompagnava i suoi movimenti.
“Non mi ricordo dove ho portato le tue sorelle, non so come cercarle!” Rispose il vento preoccupato.
“Con il coraggio!” rispose la foglia accarezzando i piccoli raggi del sole che l’accompagnavano nel suo viaggio. “Il sole mi ha detto che bisogna cercarle con il coraggio!”
Il vento rise a queste parole:
“Tieniti forte e coraggio!” Gridò cominciando a soffiare forte, forte e portando la foglia lontano dalla collina dove l’aspettava il mondo e le sue sorelle. Il sole l’accompagnava sempre come le aveva promesso. 
La foglia non è riuscita mai a ritrovare le sue sorelle, erano partite molto prima di lei e hanno viaggiato in diverse  parti del mondo. Ma è riuscita a fare amicizie nuove, conoscere tanti posti nuovi e si preparava di ritornare nella sua collina, dal suo Albero-madre, per raccontare a tutti quanto è bello il mondo e quanto è importante avere il coraggio che fa scoprire tutto l'amore del mondo.  

 
  © Comunità europee, 1995-2008
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