Con i disegni di Hania e Robert (Polonia) e di Laura (Italia)
La storia di tre amici peperoni

In una bottega di un fruttivendolo, insieme con tanta frutta e verdura c’erano i tre peperoni, grandi amici: Peppeverde, Peppegiallo e Pepperosso.
Tutti e tre spesso giocavano insieme e tutti e tre aspettavano che un giorno qualcuno finalmente li comprasse per fargli comparire in un buon piatto da mangiare, ma tanto buono da ricordarselo per molto tempo, e ognuno di loro credeva di essere uno più bello dell’altro e sperava di essere comprato per primo. Un giorno gli amici hanno incominciato a litigare chi di loro è più bello e chi di loro troverà per primo un bravo cuoco.
“Io sono il più bello!” Urlava il Peppegiallo. “Ho i colori gialli come il sole! Guardate quanto tutto è bello quando il sole splende sul cielo! Tutto sembra dorato. Il sole mi ha dipinto con i suoi colori! Sono il più bello di tutti! Nelle mie vene scorre la gioia e le risate dei bimbi che giocano sulla spiaggia. …Il piatto in cui sarò protagonista, sarà un allegro piatto d’oro, pieno di sole!
“Per tutti i peperoni e le peperonate!” Urlò il Pepperosso, come sempre il più agitato. “Sono io il più bello! La mia pelliccia rossa è come il sole che tramonta. Avete mai visto il tramonto? Quanto tutto è bello e favoloso! I re e gli imperatori facevano loro vesti del mio colore. Loro, per farsi belli e importanti, dovevano farsi cucire gli abiti che io porto da quando sono nato! Nelle mie vene scorre il sangue, rosso vitale e gioioso! Il piatto di cui sarò il principale protagonista, assomiglierà ai colori del tramonto e alle voci delle rondini che volano basse al calare del sole d’estate!”
“Tranquilli, tranquilli,” borbottava il Peppeverde, come sempre il più tranquillo di tutti. “Non avete mai visto i colori del bosco? Non avete mai visto i colori dell’erba? E le piante in casa, di che colore sono? La natura ha preferito il mio colore. La gente va nei prati, si stende sull’erba perché le piace il verde… il mio colore. Avete mai visto l’erba gialla o rossa? Io l’ho vista, sembra morta… secca. È proprio triste. Nelle mie vene scorre la fresca primavera! Il piatto fatto di cui sarò protagonista rievocherà i canti degli uccelli in primavera e sbocciare dei fiori…”
“… Ma lui è ridicolo”, interruppe il peperone giallo. “L’erba gialla è triste perché il suo giallo non è giallo!”
“Se non è giallo allora di che colore è?!...” Saltò su il Peppeverde.
“C’è di nero in quel giallo.” Rispose in fretta il Peppegiallo. “Il nero è triste. L’erba secca è dipinta di nero perché sente nostalgia del sole ed è triste!”
“Ma il nero non è triste!” Intervenne il Pepperosso. “La terra è nera ma produce la vita e la vita è allegria. Il nero, sì, può dare la tristezza, ma aiuta anche a dare la speranza con la vita, la vita trasformata, colori trasformati, trasformati in colori nuovi…”
“Ma quando uno muore si è tristi”, riprese il Peppegiallo.
“Ma non si muore mai davvero. Si vive per sempre nella memoria dei familiari e nei ricordi colorati e dolci degli amici.”
“Ma i ricordi non possono essere dolci… i ricordi possono essere belli, colorati ma non dolci…” Intervienne il Peppeverde.
“No?! Chiedi con i bambini… loro sanno che i ricordi possono essere colorati e dolci come lo zucchero. Che colori possono essere dolci. Come i ricordi di un buon piatto dolce. Anche noi vorremo lasciare i ricordi dolci. Vorremo che la gente si ricordasse di noi, dei nostri sapori e dei colori, dei colori dolci come il sole, dolci come il verde” cominciò a sognare il Peppeverde…
“Ma tu hai mai visto il sole verde?” Ribatte il Pepperosso. “Pensa quanto sarebbe triste vedere il sole verde.”
“Ma non sarebbe triste. Sarebbe come dire…. Sarebbe nostalgico, misterioso, tranquillo. Il sole verde non scotterebbe così tanto come il sole giallo”. Ribatte il Peppeverde.
“Cosa dici? Sarebbe proprio da piangere! Il sole verde?”
“E immagini come sarebbero gli alberi gialli e rossi?!” Chiese battendo i piedi e quasi piangendo il peperone verde.
“Gli alberi rossi e gialli li ho visti in autunno. Sono belli e non sono tristi… e poi il rosso e giallo insieme sembra arancione e perfino dorato. È davvero bello vedere le foglie rosse e gialle insieme.” Disse la propria il Pepperosso, che dalla rabbia diventava sempre più rosso.
“Ma nemmeno gli alberi verdi sono tristi.” Rispose il Peppeverde ormai con le lacrime agli occhi e che cominciava diventare verde pallido, proprio come se stesse male. “Gli alberi verdi sono freschi, hanno le foglie giovani e la frutta verde…”
“Si, e la frutta verde è agra!” Ribatette il Peppegiallo.
“Sì,” ammise il Peppeverde con la voce debole e timida. “Ma è agra perché non è matura… ogni vita nuova è verde….”
Il Peppegiallo e Pepperoso scoppiarono contemporaneamente in una forte risata:
“Sì?… e forse anche il bambino piccolo è verde? Il cagnolino piccolo è verde?…. Ha, ha, ha!” I due amici si tenevano le pance dalle risate. “E forse poi, quando il cagnolino cresce diventa giallo e poi rosso, come fragole e pomodori…. Ha, ha, ha!” Continuavano le loro risate i due peperoni. “… E forse anche il bambino, prima è verde, poi quando diventa grandicello diventa giallo e poi da adulto diventa rosso?…. Ha, ha,ha….!”
“Forse è proprio così!” Urlò forte e con le lacrime agli occhi il Peppeverde che cominciò ad arrabbiarsi e persino diventare un po’ rosso. “Non siete giusti. Siete due contro uno. Io sono verde, ma questo non vuol dire che sono stupido come un frutto immaturo. Ma voi invece sì, anche se avete i colori maturi…”
“Sì, ma tu ci hai fatto ridere quando hai detto che ogni vita giovane è verde… “ Disse dispiaciuto il Peppegiallo.
“Ma intendevo la frutta sugli alberi e la verdura nei campi, intendevo la primavera…. Guardate… la primavera è verde… con le foglie delicate e giovani, con il venticello leggero, tiepido e dolce… la vita si risveglia e la gente contenta dice: «che bello, tutto è verde….». E comincia il caldo leggero, tiepido. Si, la primavera è tiepida e verde. Il verde è tiepido.” Cominciò a fantasticare il Peppeverde.
“Poi c’è l’estate che è gialla”. Riprese il discorso il Peppegiallo – tutto diventa come oro: il grano, la sabbia che scotta…. Il sole…. L’estate è bella, calda e gialla. Sì, il giallo è caldo. Caldo come il sole, come il fuoco. Il giallo scotta…”

“Poi arriva l’autunno, con i colori rossi e vivaci.” Continuò il Pepperosso. “Tutto cambia… le foglie, le giornate sono più brevi e la luce non è così intensa, gli occhi si possono riposare. Tutto diventa rosso, e il rosso è caldo e vivace… Sì, il rosso è caldo, ma non scotta come il giallo, ma è sempre intenso e pieno di vita, di uccelli e di animali che in corsa fanno gli ultimi preparativi per l’inverno. I ritardatari devono in fretta cercare da mangiare e gli orsi cercano una tana per dormire. Il rosso è caldo, è pieno di lavoro frettoloso perché tutti si preparano all’inverno…”
“Sì, e poi arriva l’inverno, intraprese il Peppeverde, bianco, freddo e triste….”
“Non è vero… l’inverno non è triste…” Gli interruppe il Peppegiallo. “Guarda i bambini che giocano con le slitte, che ridono tirando le palle di neve….”
“Sì, è vero l’inverno non è triste per i bambini, ma è triste per gli animali che devono cercare da mangiare sotto la neve bianca che è tutta fredda, per gli uccellini che stanno nei loro nidi freddi. Per loro l’inverno è triste”, continuava il Peppeverde. “La terra fredda, ghiacciata e nera dorme fino alla primavera e non nascono più né fiori, né erba. Persino gli alberi diventano neri…”
“Sì, bisognerebbe aiutare gli animali, … perché l’inverno è triste e freddo. Il bianco è triste e freddo e anche il nero della terra d’inverno è triste”, disse Pepperosso.
“Per gli animali aggiunse”, il Peppegiallo.
“Per gli animali”, concordarono i suoi due amici.
“Guardate un po’. Abbiamo parlato dei colori delle quattro stagioni. Avete notato che noi abbiamo i colori delle tre stagioni: primavera, estate ed autunno. Sapete chi ci manca?” Chiese il Peppegiallo.
“Sì, ci manca un peperone bianco”, Risposerò ridendo altri due amici. “Lo facciamo disegnare dai bambini e lo chiameremo il Peppebianco o Pepinverno.”
“Bello! Noi possiamo chiamarci con i colori delle stagioni”, disse il Peppeverde. “Io mi chiamerò Peprimavera, Peppegiallo si chiamerà Peppestate e Pepperosso si chiamerà Peppautunno!”
“Davvero, è una bella idea!” Risposerò altri due peperoni. “Va bene, ma ancora non abbiamo deciso chi di noi è il più bello”, ricominciò il Peppegiallo che da quel momento si chiamava il Peppestate.
“Sono io!”
“No, sono io!”
“Sono io!”
E fra i peperoni è ricominciata la lite senza fine.
In quel momento nella bottega del fruttivendolo entrò una signora e cominciò a fare la spesa. Guardò bene intorno e chiese al fruttivendolo:
“Mi dia i tre peperoni, voglio fare una bella e buona peperonata, tanto buona da ricordarmela per molto tempo.”
“Come li vuole, signora?”
“Mi dia quello rosso, quel giallo e quello verde. Davvero sono belli tutti e tre e non saprei quale scegliere. Farò una peperonata dolce e colorata che mi lascerà i ricordi belli, colorati e dolci.”

I tre amici si guardarono in faccia e sorrisero, si presero per mano e in quel momento capirono di essere belli, importanti e buoni tutti e tre, malgrado le loro differenze. I loro colori hanno cominciato a risplendere ancora di più, sempre di più, con tante sfumature belle e calde e dolci.
La signora prese i tre peperoni e li mise nel suo cesto di vinili. Usci dal negozio e si avviò verso la sua casa. Portava in allegria il suo cesto con la spesa e pensava alla dolce peperonata che avrebbe preparato con i tre bei peperoni. Ma mentre camminava tutti i passanti si fermavano curiosi e con gli occhi spalancati guardavano il suo cesto, perché da esso usciva una luce colorata e risplendeva un arcobaleno, bello, caldo e felice.
Nel mondo ci sono tanti colori, più di quelli dei peperoni dei peperoni e dell’arcobaleno e non si può dire quale fra i colori sia il più bello, importane e buono perché tutti sono importanti, utili e belli. Tutti i colori sono amici e i peperoni l’hanno finalmente capito.
